Lo smart working dal punto di vista delle aziende

Lo smart working dal punto di vista delle aziende

SMART WORKING – Lavorare da casa o in ufficio? Le restrizioni messe in atto per affrontare la pandemia che ci affligge hanno portato moltissime persone a lavorare da casa. La soluzione dello smart working ha permesso a moltissime aziende e dipendenti di continuare a lavorare nonostante il blocco agli spostamenti. La maggior parte di noi non era abituata a questo modo di lavorare, mentre per altri è stata una transizione tranquilla perchè già preparata da tempo. C’è anche chi vi ha potuto trovare dei vantaggi da sfruttare persino in futuro.

Il telelavoro del 2020

La pandemia da Covid-19 ha costretto la maggior parte della popolazione a lavorare da casa. Il cosiddetto smart working ha visto milioni di persone e aziende trasferire i propri uffici dai palazzi di città alle proprie abitazioni. Il passaggio non è stato vissuto da tutti allo stesso modo. Ci sono state aziende e quindi dipendenti che si sono trovati inizialmente molte difficoltà e ci hanno messo del tempo per ingranare. Ce ne sono stata altrettante che invece hanno vissuto una transizione tranquilla perché le politiche aziendali passate avevano già previsto alcune tecniche dello smart working.

Cosa Ticinonline, Swisscom e HR Ticino pensano dello smart working

I direttori di Ticinonline, Swisscom e HR Ticino hanno rivelato in un’intervista le loro opinioni sullo smart working.

Carlo Hildenbrand, direttore di Swisscom Business Ticino

Swisscom promuove già da anni l’home-office e lo smart working, a prescindere da COVID-19. Infatti, tre quarti degli impiegati lavoravano regolarmente in telelavoro prima della pandemia. Al momento, supponiamo che in futuro si lavorerà dall’home-office un po’ più spesso. La quantità di tempo in cui un dipendente può lavorare da casa o in ufficio dipende da vari fattori: il tipo di attività e la forma di collaborazione, le esigenze dei clienti, il team, le riunioni.”

Stéphane Pellegrini, di HR Ticino

“Chi si occupa di Risorse Umane in azienda è stato parecchio sollecitato in questi mesi per pensare, proporre e implementare misure per organizzare il lavoro in modo da assicurare la sicurezza e salute dei collaboratori e la continuità delle attività. Inoltre, è stato a contatto con i collaboratori per supportarli in questo periodo dove si sono persi i punti di riferimento tradizionali. Ogni azienda ha trovato le proprie soluzioni ed è stato particolarmente interessante discutere della situazione con i nostri soci in serate appositamente organizzate subito dopo la prima ondata del 2020. Scambio di esperienze utile per analizzare quanto fatto, ma anche per cominciare a discutere quello che potrà essere il post pandemia.”

Il direttore responsabile, Gianni Giorgetti, di Ticinonline

“Personalmente preferisco parlare di home working proprio perché per noi lo smart working era bene o male già una realtà. Anche il lavoro da casa, occasionalmente solo per alcuni settori aziendali oppure nella normalità per altri, per esempio per la redazione sport, era già una realtà ben prima della pandemia. Chiaro che passare da una situazione pre-pandemica a una gestione totale dell’azienda in home working, sia per i collaboratori che per i responsabili dei reparti e la direzione, non è stato semplice, soprattutto per i flussi della redazione giornalistica online. Inoltre, dal marzo 2020 questi flussi di informazioni da gestire e da seguire giornalisticamente sono quintuplicati, così come è notevolmente aumentato il traffico utenti. Per il personale abbiamo cercato di semplificare queste attività da remoto con mezzi semplici ed efficaci di comunicazione, come credo un po’ tutte le aziende costrette al lavoro da casa. Ma non abbiamo avuto grandi possibilità di poter introdurre politiche a favore del personale costretto a lavorare in home working.”

Smart working anche per il futuro

Come abbiamo visto c’è chi già conosceva e si serviva dello smart working e chi lo ha scoperto recentemente. Entrambe le categorie però vi hanno trovato pregi e difetti, con i primi che superano nettamente i secondi. Adesso però che non è più un’imposizione, ma una scelta, molte aziende non vogliono comunque perdere questo prezioso strumento di lavoro, e cercheranno di sfruttare tutti i vantaggi possibili negli anni a venire, cercando sicuramente di implementarlo e migliorarlo ancora di più. Ma soprattutto cercheranno di formare ed educare al meglio il personale.

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