Come si può ridurre l’impatto della tecnologia sul clima

Come si può ridurre l’impatto della tecnologia sul clima

Chi promuove l’ICT (Information and Communications Technology) affianca come prima caratteristica il termine “ecologico”. Questo è vero, ma non totalmente. Anche la tecnologia digitale ha un importante impatto ambientale e una certa influenza con il clima. infatti sapevi che 30 delle mail nella tua casella di posta hanno lo stesso impatto sull’ambiente di una accesa per 24h? E che l’impronta di carbonio media di un video Netflix di mezz’ora equivale a guidare per circa 100 metri un’auto convenzionale?

L’emissione di CO2 prodotta dalla tecnologia

Stiamo vivendo l’era della trasformazione digitale. Sul lavoro e nella vita privata la tecnologia sta entrando sempre più prepotentemente nel nostro quotidiano. Spesso la trasformazione digitale viene anche associata alla transizione ecologica, come se le due cose fossero un’unica cosa o viaggiassero di pari passo, essendo la prima uno strumento per raggiungere la seconda. In realtà non è sempre così, perché anche la tecnologia digitale ha una certa impronta sul clima.

Stando a quanto riporta The Shift Project nello studio “Lean ICT – Towards Digital Sobriety” del 2019 tutto il settore ICT produce il 4% delle emissioni di gas serra globali, con un tasso di crescita annua pari al 9%. Quest’ultimo dato non è oggi attendibile, dal momento che con la pandemia l’uso della tecnologia digitale ha subito un forte incremento. Per avere un quadro completo però questi dati andrebbero rapportati con le emissioni prodotte dagli eventi in presenza, sostituiti da quelli virtuale, e che producono un impatto ambientale nettamente maggiore.

Cosa stanno facendo i grandi colossi tecnologici per ridurre l’impatto della tecnologia sul clima? 

Google ha compensato il 100% dell’energia consumata annualmente con l’acquisto di energia rinnovabile, portando nella rete circa 6 gigawatt di nuova energia rinnovabile. Facebook invece ha comunicato che le fonti di energia utilizzate dalla società per alimentare le proprie operazioni sono rinnovabili. L’impegno adesso è quello di far sì che anche tutti i fornitori a cui si appoggia Meta abbiano raggiunto il 100% di riduzione delle emissioni di CO2.

Lo stesso principio è stato messo in atto anche dal colosso Apple. Microsoft invece punta più in alto, avendo comunicato la volontà di diventare carbon negative entro il 2030. L’obiettivo è quello di, non solo non produrre più CO2, ma anche quello di riassorbire più anidride carbonica di quella che viene immessa nell’ambiente.

E noi? Le azioni del quotidiano che riducono l’impatto della tecnologia sul clima

Sono molte le azioni che nel nostro piccolo possiamo mettere in campo per ridurre l’impronta ambientale della tecnologia. Di seguito una piccola serie di esempi:

  • Scegliere un fornitore di energia che utilizza fonti rinnovabili;
  • Staccare il router internet durante la notte, per ridurne i consumi;
  • Utilizzare come motore di ricerca “Ecosia”, che per ogni ricerca effettuata si impegna a piantare un albero;
  • Registrare i siti preferiti, per non dover effettuare ogni volta una ricerca. In questo modo riduciamo le emissioni di CO2 di ¼;
  • L’invio di ogni singola mail produce un certo quantitativo di emissioni. Annullare l’iscrizione a newsletter che non ci interessano impedisce l’invio di e-mail non necessarie;
  • Come detto in apertura 30 mail nella casella di posta hanno lo stesso impatto sull’ambiente di una accesa per 24h. Importante è cancellare tutte le e-mail non più utili anche dal cestino;
  • Non lasciare per troppo tempo elettrodomestici e dispositivi digitali in stand-by e attaccati alla corrente.
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